mercoledì, gennaio 09, 2019

Siamo tutti animali sociali



Da quando l'uomo (come lo conosciamo oggi) ha iniziato a fare i primi passi eretti nel mondo, ha sempre fatto parte di una comunità.
E sin dai tempi della ruota quadrata ha cacciato, mangiato, e sviluppato le conoscenze necessarie affinchè la propria comunità sfruttasse queste ricchezze.
La condivisione del sapere ha permesso che ci si evolvesse.

Sia chiaro, ......Roma non è stata costruita in un giorno.

Attraverso anni di incomprensioni, i popoli hanno iniziato ad appoggiarsi gli uni con gli altri.
Attraverso le guerre, hanno imparato dai propri errori.
Attraverso le rivoluzioni hanno insegnato a combattere per un ideale.
Attraverso le conquiste sociali hanno unito un globo intero.

"That's one small step for a man, one giant leap for the mankind" (Neil Armstrong)

Una frase scolpita nella milestone di ogni individuo.
Una frase così semplice, ma da essere considerata ancora oggi la citazione più famosa al mondo.

"Un piccolo passo per un uomo, un balzo gigante per l'umanità"

.....quanta bellezza, che spirito di unione, quale potere.

Vista dallo spazio, la Terra è una piccola biglia celeste.
Così ci sarebbe apparsa se fossimo stati noi gli astronauti delle missioni Apollo.
Piccola, lontana, senza confini politici, senza barriere, senza divisioni, con le nuvole bianche a coprirla qua e là, come zucchero a velo.

Un uomo vive per il proprio bene personale, ovviamente, ma la maggior parte delle nostre azioni e dei nostri desideri è collegata all'esistenza di altri esseri umani.
Dobbiamo inevitabilmente contribuire al bene del nostro prossimo.
Se noi, fossimo in grado di fornire quel grado di socializzazione e a condividere il nostro "know how" migliorando la fruizione stessa di quel sapere, allora significherebbe che la nostra società sarebbe pronta ad una nuova epifania.

Purtroppo l'egoismo e i propri tornaconti personali ci dividono, e mettono dei muri separando chi vuole cambiare le cose (i folli) da quelli che sono semplicemente indifferenti a ciò che gli succede attorno.

Siamo un popolo strano.
Siamo una società che si incazza perchè ci fanno pagare i sacchetti dell'ortofrutta al supermercato, ma che messa difronte ad un atto di odio e violenza sta zitta e/o si gira dall'altra parte.

Per non guardare.
Per non vedere.

Il trionfo della "Sindrome delle tre scimmiette",....... non parlo, non sento, non vedo, ergo sum.

Et voilà, abbiamo messo sopra ad un piedistallo il nostro risentimento, .....per paura, ...perchè poi in fondo tutto si riduce a quello.
Lasciarsi soggiogare dall'oscurità (tanto cara al tema di Star Wars) è come scivolare da un pendio innevato con uno slittino.
Il vero problema è fermarsi in tempo, prima che sia troppo tardi.

Ci vuole coraggio?
Ci vuole dedizione? Tempo da spendere?
Ci vuole razionalità, calcolo, .....oh mio dio, bisogna forse usare il cervello?

Ognuno faccia un piccolo sforzo e trovi la sua risposta.

L'odio è un cancro.
Un virus che ti assale, a volte all'improvviso, e fa banchetto con le tue paure, alimentando inquietudini di ogni tipo, ...ci induce al panico e a quel punto al nostro corpo rimane una facile cosa da fare: reagire con violenza.

Non possiamo evitare di avere paura, il nostro spirito di sopravvivenza ce lo impedisce, ....è natura.

Socializzando, unendo i nostri fini comuni, possiamo combattere i pregiudizi e le gelosie, ....e per farlo, dobbiamo riconoscere in noi l'umiltà di fare un passo indietro, di ascoltare invece di inveire contro, buttando il cuore oltre l'ostacolo, ....forever and ever.


 "L'erba del vicino è sempre più verde, ma solo perchè il nostro vicino è un bravo giardiniere"


Non è una questione di essere "buonisti", ...odio quando mi affibbiano questa definizione, e personalmente "odio quando mi portano ad odiare" (cit. Bluvertigo)




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