domenica, dicembre 10, 2006

Il cantastorie

Ho sempre pensato che fosse un "grande".

Il piccolo schermo deforma la visione, e ciò che vediamo non è sempre quello che pensiamo di guardare. Nel suo caso faceva eccezione, e la mia tesi è rafforzata dall'idea che la professionalità e la bontà umana sono qualità di cui certo non mancava.

Era un fine cantastorie, che di città in città, andava a raccontare di calcio, la sua grande passione.

Si può essere insensibili o uomini vuoti senza un briciolo di passione, ma non si può dimenticare chi è riuscito a fare del giornalismo uno stile di vita, sempre alla ricerca della domanda giusta, per ottenere una risposta, altrettanto onesta.

La tua ironia mi mancherà, così come a molti, ...anche se non ti ho mai conosciuto!

Grazie Alberto.

Nessun commento: