martedì, ottobre 16, 2007

I libri più importanti

Nel film "L'uomo che visse nel futuro" di George Pal, il protagonista interpretato magistralmente da Rod Taylor, fugge nel futuro con la sua macchina del tempo portando con se alcuni libri, allo scopo di rifondare e ricivilizzare la cultura degli Eloi, mite popolazione per anni schiavi dei Morlock.
Questo lungometraggio degli anni Sessanta è tratto dal romanzo di H.G.Wells "The time machine".

Quali libri sono stati fondamentali per la vostra vita? ...quali vi hanno maggiormente influenzato? ...quali libri leggereste all'infinito? ...quali romanzi portereste con voi nel futuro, come fece il protagonista del film?

...e perchè?


- Il giro del mondo in Ottanta giorni (Jules Verne): perchè è stato il primo libro ad insegnarmi l'arte della fantasia e a credere nelle proprie scelte per quanto matte possano sembrare.

- La macchina del tempo (H.G.Wells): non a caso Ritorno al futuro è uno dei miei film preferiti. Sono sempre rimasto affascinato dal concetto di viaggio nel tempo, ...i suoi paradossi, le sue insidie, ma anche le sue opportunità, ...di poter riparare agli errori e di avere una seconda possibilità.

- Shining (Stephen King): alle superiori è stato di gran lunga il migliore, ho dovuto combattere contro il mio professore di italiano che odiava il genere, ...ma alla fine ha dovuto cedere contro la mia testardaggine. Probabilmente il fatto che non sopportasse che lo leggessi dimostra quanto la mia teoria fosse esatta.

- Guida galattica per autostoppisti (Douglas Adams): per capire fino in fondo la satira, la comicità, l'ironia pungente nonchè il sarcasmo di questo romanzo, vi consiglio vivamente di leggerlo. Mi ha donato un senso di libertà e di respiro.
In fondo in fondo, chi non ha mai voluto nella propria vita ritrovarsi almeno una volta tra le stelle a bordo di un'astronave?

Ora tocca a voi,...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo non leggo tanti libri. Devo trovarmi in un momento di relax, come una vacanza tranquilla, sdraiato su un letto. In compenso leggo molti giornali (ad esempio Linus, Piemonte Parchi, qualcosa di informatica, e se avessi più tempo molti fumetti: il più coinvelgente è Julia - edizioni Bonelli)
I libri che porterei con me nel futuro sono tanti, ma come sempre ricordo le storie, non gli scrittori o i titoli, come succede per i film.
Faccio un piccolo sforzo di memoria:

1. "Pappagalli verdi" di Gino Strada, forse per sentirmi dire dalle genti del futuro: "ma nel passato eravate così barbari?";

2. "La polvere del Messico" di Pino Cacucci, perché mi ha molto incuriosito e prima o poi vorrei visitare questo territorio;

3. "I ragazzi della via Pal", perché mi ha entusiasmato da bambino;

4. "Go" di Simon Lewis, un bel libro noir ricco di imprevisti e colpi di scena, non capisco perché non abbiano fatto ancora un film, chissà in futuro...

5. I libri di Italo Calvino, Stefano Benni e Camilleri, perché li leggo sempre volentieri;

6. "Le più belle del mondo" di Roversi e Ragusa, una intelligente raccolta di bazzerlette provenienti da tutto il mondo, con tanto di spiegazione se non si capiscono, dato che si tratta di culture differenti, magari in previsione di un viaggio all'estero;

7. "Il grande Boh!" di Lorenzo Cherubini Jovanotti, perché vorrei fare in futuro un lungo e avventuroso viaggio in bici, per esempio in Patagonia, ma mi accontenterei del percorso di Compostela, però magari in compagnia;

8. I fumetti di Julia, Volto Nascosto, Magico Vento;

9. Adesso non mi viene in mente niente altro... però ce ne sono ancora un'infinità!

Take it easy...

Paul ha detto...

Libri da portare nel futuro? Una buona domanda. Non saprei cosa portare con me. Penso niente, vista la piega che ha preso la nostra civiltà. Non vorrei essere il responsabile di aver introdotto idee strampalate in un futuro ormai dimentico di esse.

Paul ha detto...

Credete che sia un filino pessimista?

Anonimo ha detto...

Scusate l'OT ma è importante

AVVISO A TUTTI I BLOGGER!!!

Vi cito questo articolo tratto dal blog di Beppe Grillo, perchè ci riguarda tutti da vicino. Fatevi sentire, non possiamo permettere questo scempio alla nostra libertà di esprimerci!

"Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a: levi_r@camera.it "

NON FACCIAMO CHE ACCADA!
CI ANDREMO DI MEZZO TUTTI!
FATE CIRCOLARE QUESTO ARTICOLO A QUANTE PIU' PERSONE POSSIBILI!
DEVONO SAPERLO TUTTI!
FATEVI SENTIRE!!!!

Elena&Medusa

Anonimo ha detto...

Huck Finn di Mark Twain, non solo perché Hemingway ha detto: "All modern American literature comes from one book by Mark Twain called 'Huckleberry Finn [...] it's the best book we've had. All American writing comes from that. There was nothing before. There has been nothing as good since." ( Ernest Hemingway, "The Green Hills of Africa" [Verdi Colline d'Africa]- 1934)
Lo stile, la forma, sono impressionanti, non c'è linguaggio della narrativa moderna che non provenga dalle prime dieci righe di quel romanzo.

"Kiffe Kiffe Demain” (Kif Kif Domani- 2004), di Faïza Guène, una scrittrice appena ventenne che usa una prima persona pazzesca. Doria, una ragazza di quindici anni, marocchina, vive nelle banlieue ed ha una madre che: “E’ libera, colta (più o meno) […] Le manca solo l’abbonamento a “Elle” per essere una donna realizzata. Che cosa posso volere di più? […] Qui c’è ancora molto da cambiare […] Perché non darmi alla politica? Da parrucchiera a presidente il passo è breve. […] Tipo quel fesso di Napoleone che dice ‘Ogni popolo conquistato ha bisogno di una rivolta.’ […] Io guiderò una rivolta del Quartiere Paradiso. I giornali titoleranno: ‘Doria infiamma il quartiere’, o ‘ la pasionaria delle periferie dà fuoco alle polveri’. Ma non sarà una rivolta violenta. Sarà una rivolta […] senza alcuna violenza, dove ci si ribellerà per essere riconosciuti, tutti. […] Come dice Rimbaud, porteremo dentro di noi ‘il singhiozzo degli Infami, il clamore dei Maledetti’. […] Devo tenermi un po’ alla larga da Nabil, mi fa venire dei grandi slanci repubblicani.”

Dovrei citare anche Hugo e Hemingway, e forse Dickens, ma sono uno snob, e so che quei vecchi bastardi capiranno. Anche se, fanculo, “Across the River and Into the Trees” è fottutamente immenso.