martedì, novembre 03, 2015

L'abominevole uomo dai mille nomi (una storia vera)


Pietro (nome di fantasia) ha avuto la “sfortuna” di avere tre nomi, poiché i suoi genitori vollero a suo tempo fare un omaggio alle sue nonne.

Perchè dico “sfortuna”?

Andiamo per gradi.

Immaginate che il sig. Pietro, Stefano, Vincenzo Gamba sia nato il 1° settembre 1973 a Torino, ...quindi con i prenomi divisi dalle virgole.
A quei tempi il codice fiscale si faceva con in mano almeno la carta bianca (un documento di riconoscimento oggi non più utilizzato) contrariamente ad oggi che viene calcolato e consegnato immediatamente dopo la registrazione del nome presso l'ufficio stato civile al momento della nascita.

Il codice fiscale è: GMBPRS73P01L219Z

A 15 anni compiuti (quindi nel settembre del 1988) Pietro richiese la carta d'identità presso una delle sedi decentrate dell'Anagrafe della città.

A quel tempo sulla carta d'identità (che valeva 5 anni) erano giustamente indicati sul documento tutti i prenomi, anche se separati dalla virgola.

Il vero nome, insomma.

Conseguentemente al compimento del 18mo anno di età, al momento di richiedere il foglio rosa, affinchè potesse dare l'esame di teoria e pratica e quindi per ottenere la patente di guida B, il nostro Pietro, Stefano, Vincenzo si ritrovava giustamente e nuovamente tutti i nomi anche su questo documento.
E così via, dopo la patente, tutti gli atti di Stato Civile, l'abbonamento studenti per i mezzi pubblici, la tessera della biblioteca, e altro ancora.

Un bel giorno le leggi cambiano e fanno sì che tutti i nomi dopo la prima virgola vengano “eliminati” dai documenti anagrafici.
Al momento del rinnovo della carta d'identità Pietro, Stefano, Vincenzo diventa solo Pietro,...

...Pietro Gamba.

A quel punto si preoccupò perchè si vide “defraudato” dei suoi nomi,...
 ...che mal digeriva, ma erano i suoi,...
 ...e non vederli lo rendeva,...

 ...“dissonante”.

Visti gli art. 6 del codice civile e la circolare del Ministero di Grazia e Giustizia n.1/50/FG i 1(87)1075 d.15/03/1988 al Sig. Gamba venne rilasciata una certificazione nella quale si diceva che con un solo prenome sia con tutti i prenomi figuranti nell'atto di nascita si doveva intendere riferita alla stessa persona.
Firmata da un ufficiale esperto amministrativo dello stato civile.

Si tranquillizzò, ...ma non completamente.

A questo punto si trovava al punto di avere un documento e tutti gli atti anagrafici e di Stato Civile (compresa la nuova tessera elettorale) con un nome, mentre patente e codice fiscale (che nel frattempo veniva inglobato nell'attuale tessera sanitaria) con tre nomi, perchè al contrario della carta d'identità, la patente non viene "rifatta" e la tessera sanitaria viene automaticamente rinnovata con una scheda nuova che viene spedita comodamente a casa.

Solo l'estratto di nascita lo chiamava ancora Pietro, Stefano, Vincenzo Gamba, ma questo per ovvi motivi. Questo documento deve certificare il nome esatto e completo con cui si è stati registrati al momento della nascita.

Nel frattempo, ottenne il passaporto e dovendo per forza di cose portare gli stessi identici dati anagrafici della carta d'identità, lo fece col nome Pietro Gamba, senza avere mai problemi alle dogane.
Per anni utilizzò il suo nuovo nome per aprire utenze con compagnie telefoniche, per registrazioni private, per sposarsi, ecc.
Mai nessun problema, ...perchè era pur sempre la stessa persona.

Lo Stato italiano aveva imposto questo “taglio”, lui come Garibaldi obbedì.

Finchè un giorno, l'abominevole uomo dai mille nomi ricevette una lettera.

La città di Torino gli intimava entro 15 giorni dalla ricevente, di allineare i suoi dati anagrafici in virtù di evidenti discordanze tra gli atti di Stato Civile e l'Agenzia delle Entrate.
In parole semplici, se per l'Anagrafe era il Sig. Pietro Gamba, per il fisco era il Sig. Pietro, Stefano, Vincenzo Gamba.
Tutto ciò nonostante la circolare di Grazia e Giustizia e nonostante fosse chiaro e limpido che fossero la stessa persona.

Per questi Enti …di fatto, ...non lo era!!!

Carta d'identità e codice fiscale non erano uniformati.

Il giorno dopo decise di chiamare gli uffici anagrafici, precisamente parlò con una competente impiegata degli uffici codici fiscali del Comune di residenza.
Ascoltò attentamente il suo caso e gli propose due soluzioni:
  • riavere i suoi nomi indietro su tutti gli atti di stato civile, mantenendoli altrettanto sul codice fiscale;
  • tenere il solo nome singolo e cambiare il codice fiscale in GMBPTR73P01L219E.

A questo punto voleva solo riavere i suoi nomi, cambiare il codice fiscale era impensabile, roba da Mission Impossible.

C'era un però, …

...con una particolare richiesta chiamata “Corretta indicazione del nome” si possono riavere i nomi come da atto di nascita, ...MA SENZA LE VIRGOLE!!!
In quanto il nuovo ordinamento le ha in pratica abolite.

Il Sig. Gamba rivoleva avere i suoi nomi indietro, ma così come gli vennero dati alla nascita, ...separati dalle virgole e non come unico nome composto.

Quel che si dice un cul de sac!!!

Se avesse voluto riavere i suoi nomi separati dalle virgole, una volta riavuti, li avrebbe nuovamente e automaticamente persi, come se non avesse fatto nessuna richiesta.
La legge vigente dice infatti che tutti i nomi separati dalle virgole non possono essere inseriti nei documenti e negli atti di stato civile.

L'unico modo (senza cambiare il codice fiscale) era riaverli come un unico nome composto:

Pietro Stefano Vincenzo Gamba.

...senza virgole.

Oggi il Sig. Gamba, (che si trova invischiato in questo loschissimo disegno, parafrasando Eugenio Finardi) è in attesa di conoscere il momento in cui si dovrà farsi chiamare con tutti i suoi nomi e di riallineare tutti i suoi dati anagrafici con tutti gli enti pubblici e privati.

In pratica lo stato (lo scrivo apposta senza la maiuscola) è stato capace di realizzare leggi che di fatto si contraddicono perchè per quanto riguarda il nome, le vecchie regole prevedevano che fosse possibile darne più di uno al bambino, ma se i nomi erano separati da virgole, era possibile legalmente usare solo il primo (DPR 396/2000).
Ma nel momento stesso che lo Stato ci “elimina” i secondi nomi dai documenti anagrafici, ci rende vana la possibilità di richiederli indietro corretti, pur richiedendo la corretta indicazione nome, ovvero, variando definitivamente gli elementi del proprio prenome dalla certificazione di anagrafe e stato civile, perchè nel frattempo ci sta dicendo che la virgola è stata abolita.


Una contraddizione bella e buona, ...tipicamente italiana.

3 commenti:

Valentina ha detto...

Che disastro, perciò tutte le persone che come te, hanno un nome, seguito da altri 2, quasi sempre sconosciuti in pubblico, ma solo sui documenti d identità, avrà tutto questo pasticcio? Robe da matti, ma io dico, se le cose vanno bene xk cambiarle?

KattaZac ha detto...

Io adesso aspetto al varco lo stato italiano quando dovro' rifare i documenti... Ho la doppia cittadinanza, e ora dove abito e in virtu' della mia cittadinanza posso assumere il doppio cognome, con trattino, aggiungendo quello di mio marito al mio. Nel paese di mio marito si puo', quindi per il paese X e il paese Y io saro' Rossi-Smith.
In Italia no. Quando ho registrato il matrimonio via consolato mi dissero "per la legge italiana, o cambia il cognome e prende quello del marito, o rimane quello da nubile". Nel mio caso Rossi-Smith per lo stato italiano resta Rossi, perche' non ha "rinunciato" al cognome da nubile.
Quindi io ho tutti i documenti dello stato X come Rossi-Smith, i documenti italiani come Rossi. De facto sono due cognomi diversi. Se Vittorio, Mario Verdi puo' ancora contestare il fatto di essere la stessa persona di Vittorio Verdi, come fa Rossi-Smith a dire di essere Rossi?
Prevedo litigi a non finire.

Babyjan ha detto...

"Ma che disperazione nasce da una distrazione, era un gioco, non era un fuoco...", è l'unico commento che mi viene da fare :P