mercoledì, novembre 19, 2008

Comunicazione - Parte prima

La comunicazione fa parte dell’essere umano sin dall’alba dei tempi.

Si può intendere la comunicazione un processo fatto di trasmissioni di informazioni da parte di un soggetto per far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa.

Comunicare vuol dire interagire nella quotidianità della vita sociale.

La potenzialità creativa dell’essere umano permette di creare una relazione in base ai diversi significati che si stabiliscono durante tale processo. L’analisi si sviluppa all’atto del ricevimento dell’informazione, creando un feedback e quindi un atto comunicativo.

Sostanzialmente qualsiasi essere umano comunica, …ma può farlo anche una “cosa”?

In realtà sì, …ma andiamo per gradi.

L’atto comunicativo rimane una strada a due vie.

L’emittente effettua la codifica delle informazioni sotto forma di un messaggio, il ricevente accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende, diventando a questo punto a sua volta la fonte di partenza delle informazioni, …e così via. Il codice è la lingua, scritta e parlata, può esserlo un’immagine, un suono, una musica, paradossalmente può esserlo un silenzio. Il mezzo di propagazione della comunicazione può avvenire tramite la scrittura, semplici bit, 0 e 1 messi in successione, onde sonore, elettromagnetiche e via discorrendo. Il contesto ovvero l’ambiente all’interno del quale si svolge l’azione ha la stessa importanza dell’oggetto della comunicazione, a cui si riferisce il messaggio.

Il feedback ha una valenza molto importante all’interno di un atto comunicativo, in quanto permette l’interazione tra diversi soggetti, quindi di conseguenza la relazione. La pubblicità televisiva infatti raggiunge lo spettatore ma non consente a quest’ultimo di ribattere e replicare. In questo caso si parla di comunicazione unidirezionale.

Nonostante questo, in questo tipo di processo si distinguono i diversi elementi che si incontrano a realizzare un atto comunicativo.

Il messaggio arriva al ricevente, il quale può tuttavia girare il codice ad un altro nuovo ricevente. Il ricevente diventa emittente, creando un nuovo ricevente.

Lo stesso concetto anche se con caratteristiche diverse è applicabile ad un oggetto inanimato.

Facciamo un esempio pratico: un giorno vi recate in soffitta perché siete alla ricerca di una cornice per un quadro, all’improvviso vi imbattete in un baule contenente una coppa che avete vinto ad una gara podistica quando eravate adolescenti. La coppa non è in grado di parlare, ma è in grado di “comunicare” un ricordo il quale affiorando nella vostra mente, vi farebbe provare un’emozione.

Grazie ad una struttura piramidale e all’avvento delle nuove tecnologie, nel corso dell’ultimo decennio la comunicazione ha confermato il suo potenziale, dando però origine ad una nemesi inaspettata,…

…l’incomunicazione.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

come mai questo post?

Luca C.

Flavio Sasso ha detto...

Avrei promesso che avrei parlato di comunicazione nel post:

"Comunicare o non comunicare?"

...semplicemente per chiarire ed approfondire insieme a voi, alcuni concetti, e l'evoluzione dell'atto comunicativo attraverso i tempi.

Accetto consigli e spunti di conversazione.

JessyClover ha detto...

Caro Flavio, sei stato nominato.. cioè volevo dire taggato!
Per ulteriori info, visita il mio blogghe^^

Anonimo ha detto...

Essì le nuove tecnologie hanno giocato un brutto scherzo! A volte penso che farei prima ad andare a trovare un mio amico invece di parlare con lui per ore su msn (cosa che ultimamente capita poco, ma che appena lo avevo installato era frequente.) Alla fine è alienante.