Ieri sono andato alla sala Espace di Via Mantova, 38, ad assistere allo spettacolo teatrale “Un silenzio mai visto – Storie dalla sclerosi multipla”, una delicata rappresentazione studiata con senso d'ironia e schiettezza.
Scritto e diretto da Antonello Panero, il racconto gira attorno al personaggio di un uomo (interpretato magistralmente dallo stesso Panero) che affronta una terribile malattia, e i suoi medici, interpretati da Massimo Chionetti e Davide Debertolo.
Si evince sin dalla prima battuta, lo stile e la forma della narrazione, la mentalità dei dottori troppo legata alla scienza e poco incline alle reazioni della natura umana, contrapposta alla semplicità, al sarcasmo e l’ironia del malato, le quali ci proiettano in una sorta di limbo, dove non si capisce bene chi cura, chi guarisce e neppure chi è malato.
“Che differenza c’è tra l’amore e la morte?” “Un apostrofo e una T”
La storia viene inframmezzata da due ballerini, che danzano tra un brano romantico di Bryan Adams e un altro dei Chemicals Brothers, il primo a richiamare il disincanto dei momenti felici e il secondo a citare molto probabilmente le tribolazioni delle cure del sofferente.
Lo “zio” Antonello ci regala un momento dal quale trarre utili riflessioni sui veri valori della vita, l’amicizia, l’amore e lo fa con una serenità talmente incisiva da apparire quasi cinica.
A vincere non sarà mai la malattia, finchè il cuore dell’uomo sarà in grado di andare oltre.
A concludere questa recensione, non è mia intenzione esprimere un opinione sullo spettacolo, profondo e toccante già di suo, ma vorrei citare l’autore: “Prima le cose le vedevo, …adesso le guardo!”
Grazie zio
Benvenuti nel mio blog! All'interno potrete trovare i miei appunti di viaggio, i miei articoli, le mie esperienze artistiche, umane e professionali. Siete tutti invitati a commentarli e a dare la vostra opinione. Entrate pure, mettetevi comodi, ...servitevi una bibita fresca, magari con un po' di ghiaccio e fate sentire la vostra voce.
sabato, ottobre 28, 2006
giovedì, ottobre 26, 2006
sabato, ottobre 21, 2006
Accadde domani
Era il 1811, quando nacque il famoso compositore Franz Liszt, mentre la città di Genova diede i natali all'attore Gilberto Govi nel 1885.
Dieci anni dopo, un treno proveniente da Granville entrò nella stazione di Paris Montparnasse, senza riuscire a frenare, causando uno dei più incredibili incidenti della storia ferroviaria.
Il "ragno nero" Lev Yashin nacque nel 1929, gli attori Christopher Lloyd, Catherine Deneuve e Jeff Goldblum, rispettivamente nel 1938, '43 e '53.
Nel 1966, Le Supremes furono il primo gruppo musicale femminile ad ottenere il primo posto nella hit parade statunitense.
Due anni più tardi, l'Apollo 7 ammarò nella vastità dell'Oceano Atlantico dopo aver orbitato per ben 163 volte attorno alla Terra.
Nel 1976 accadde l'evento più importante di tutti, nacque il mio folletto, la mia attrice preferita, la mia amica, Nathalie.
Tanti auguri stellina.
Dieci anni dopo, un treno proveniente da Granville entrò nella stazione di Paris Montparnasse, senza riuscire a frenare, causando uno dei più incredibili incidenti della storia ferroviaria.
Il "ragno nero" Lev Yashin nacque nel 1929, gli attori Christopher Lloyd, Catherine Deneuve e Jeff Goldblum, rispettivamente nel 1938, '43 e '53.
Nel 1966, Le Supremes furono il primo gruppo musicale femminile ad ottenere il primo posto nella hit parade statunitense.
Due anni più tardi, l'Apollo 7 ammarò nella vastità dell'Oceano Atlantico dopo aver orbitato per ben 163 volte attorno alla Terra.
Nel 1976 accadde l'evento più importante di tutti, nacque il mio folletto, la mia attrice preferita, la mia amica, Nathalie.
Tanti auguri stellina.
martedì, ottobre 17, 2006
Un acquerello nella pioggia - Capitolo 1
Fuori per strada stava imperversando il giovepluvio, e lei aveva tutta l’aria di una ragazza che stesse aspettando qualcuno, o qualcosa, ...nel guardandosi attorno, si accese una sigaretta, …sembrava triste, …ma non avevo il coraggio di chiederle come stava, perchè con molta probabilità mi avrebbe mentito, …non perchè fosse un'abile simulatrice, ma per un’inerzia verbale, che ti fa rispondere: “Bene!”, anche quando la vita ti prende a calci nel culo. Prima di andare via, si voltò rivolgendomi un cenno di saluto, ed io gentilmente, ricambiai. Al termine del porticato che immetteva nella strada d’angolo, si fermò, …quasi a contemplare le nuvole grigie nel cielo di Torino, aprì il suo ombrello, di un verde quasi abbagliante, si aggiustò sulla testa il cappuccio del suo giaccone, girò l’angolo e se ne andò.
Malgrado tutto, ero stranamente felice, ...perchè sapevo che l'avrei rivista, ...ancora.
(I fatti e i personaggi di questa storia sono stati inventati di sana pianta. Ogni riferimento a persone, fatti e luoghi è da ritenersi puramente casuale. Le idee espresse in questo romanzo non rappresentano necessariamente le opinioni dell’autore)
domenica, ottobre 15, 2006
Mia
giovedì, ottobre 12, 2006
Indietro nel futuro
martedì, ottobre 10, 2006
Scoop
4 pizze.
Non sono mai stato un fan di Woody Allen, ma questo borioso pregiudizio non mi ha fermato dall’andare a vedere la sua ultima fatica, …o si dovrebbe dire, nuova fatica?
Devo altresì riconoscere, che nemmeno la splendida Scarlett Johansson mi ha frenato dal farlo.
Prima dell’inizio del film, i miei sensi vengono sollecitati da un’incantevole musica jazz, che addolcisce il mio consueto cattivo umore e i commenti insignificanti di vita vissuta dei miei vicini di poltrona.
Per ingannare l’attesa, ne approfitto per mandare via sms un augurio di buona guarigione alla mia collega M., nel frattempo scopro con stupore, oppure con terrore, devo ancora decidere, …che in sala sono l’unico under 40.
Le luci si spengono, …spengo il telefonino.
Divertente, ironico, pungente.
I dialoghi serratissimi girano a pieno regime, così come l’alchimia tra i due personaggi principali.
Il “buon” Hugh Jackman, svestiti i panni di Wolverine, mostra di essere un attore credibile nel suo ruolo.
Un film comico, dalle idee semplici, venato di tinte gialle con un incredibile serie di battute a raffica, vero e proprio marchio di fabbrica del regista newyorchese.
Il doppiaggio italiano è discreto, ma purtroppo molti accenti e alcuni giochi di parole si “perdono nella traduzione”.
Perché dopo aver scritto questa frase ho pensato intensamente alla Johansson?
Mah?!? …ai posteri o a brillanti cinefili, l’ardua sentenza.
Per tutti gli amanti di “Buffy l’ammazzavampiri”, Anthony Stewart Head, ovvero il “signor Giles” della celeberrima serie tv americana, compare in un cameo verso la fine del film.
Nonostante si parli di killer seriali e omicidi efferati, la storia è allegra e merita di essere vista, …parola di un non fan.
Non sono mai stato un fan di Woody Allen, ma questo borioso pregiudizio non mi ha fermato dall’andare a vedere la sua ultima fatica, …o si dovrebbe dire, nuova fatica?
Devo altresì riconoscere, che nemmeno la splendida Scarlett Johansson mi ha frenato dal farlo.
Prima dell’inizio del film, i miei sensi vengono sollecitati da un’incantevole musica jazz, che addolcisce il mio consueto cattivo umore e i commenti insignificanti di vita vissuta dei miei vicini di poltrona.
Per ingannare l’attesa, ne approfitto per mandare via sms un augurio di buona guarigione alla mia collega M., nel frattempo scopro con stupore, oppure con terrore, devo ancora decidere, …che in sala sono l’unico under 40.
Le luci si spengono, …spengo il telefonino.
Divertente, ironico, pungente.
I dialoghi serratissimi girano a pieno regime, così come l’alchimia tra i due personaggi principali.
Il “buon” Hugh Jackman, svestiti i panni di Wolverine, mostra di essere un attore credibile nel suo ruolo.
Un film comico, dalle idee semplici, venato di tinte gialle con un incredibile serie di battute a raffica, vero e proprio marchio di fabbrica del regista newyorchese.
Il doppiaggio italiano è discreto, ma purtroppo molti accenti e alcuni giochi di parole si “perdono nella traduzione”.
Perché dopo aver scritto questa frase ho pensato intensamente alla Johansson?
Mah?!? …ai posteri o a brillanti cinefili, l’ardua sentenza.
Per tutti gli amanti di “Buffy l’ammazzavampiri”, Anthony Stewart Head, ovvero il “signor Giles” della celeberrima serie tv americana, compare in un cameo verso la fine del film.
Nonostante si parli di killer seriali e omicidi efferati, la storia è allegra e merita di essere vista, …parola di un non fan.
mercoledì, ottobre 04, 2006
Effetto masca
Ieri alla Sala 2 del Cinema Massimo di Torino, in occasione di Anteprima Spazio Torino, ho assistito alla proiezione del cortometraggio “Effetto Masca” dell’autore e regista Pietro Giau.
Un racconto sulle masche, ovvero le fattucchiere dell’era moderna, narrato dagli stessi personaggi, talvolta in senso ironico e beffardo.
Una panoramica dell’universo, strizzando l’occhio alla magia, all’occulto e alle leggende popolari.
Ambientato negli splendidi paesaggi delle Langhe, “Effetto Masca”, è un film breve, realizzato con svariate idee che attingono dal teatro d’avanguardia, ...dalle atmosfere cupe, ma non troppo.
Personalmente ho trovato la prima parte un po’ lenta, ma è nella seconda parte che l’autore ci regala il meglio delle sue invenzioni creative.
La scelta delle canzoni che fanno da sottofondo al corto, spaziano dal jazz, alla dance, passando per il rock italiano, …si potrebbe dire una colonna sonora per tutti i gusti.
La mia “stellina” Nathalie interpreta la parte di una ballerina, che danza sinuosa su di un palco, accompagnata da una banda di paese.
Anche la mia amica Noemi appare in un cameo, in una delle scene più gradevoli del film.
Non deve essere stato facile per Pietro Giau “deus ex machina” di questo cortometraggio, mettere insieme tutti i pezzi, ma l’ambizione è il primo segno che porta verso la strada del successo.
In bocca al lupo.
Un racconto sulle masche, ovvero le fattucchiere dell’era moderna, narrato dagli stessi personaggi, talvolta in senso ironico e beffardo.
Una panoramica dell’universo, strizzando l’occhio alla magia, all’occulto e alle leggende popolari.
Ambientato negli splendidi paesaggi delle Langhe, “Effetto Masca”, è un film breve, realizzato con svariate idee che attingono dal teatro d’avanguardia, ...dalle atmosfere cupe, ma non troppo.
Personalmente ho trovato la prima parte un po’ lenta, ma è nella seconda parte che l’autore ci regala il meglio delle sue invenzioni creative.
La scelta delle canzoni che fanno da sottofondo al corto, spaziano dal jazz, alla dance, passando per il rock italiano, …si potrebbe dire una colonna sonora per tutti i gusti.
La mia “stellina” Nathalie interpreta la parte di una ballerina, che danza sinuosa su di un palco, accompagnata da una banda di paese.
Anche la mia amica Noemi appare in un cameo, in una delle scene più gradevoli del film.
Non deve essere stato facile per Pietro Giau “deus ex machina” di questo cortometraggio, mettere insieme tutti i pezzi, ma l’ambizione è il primo segno che porta verso la strada del successo.
In bocca al lupo.
martedì, ottobre 03, 2006
Il valore di una frase
"Il valore di una frase risiede nella personalità di chi la pronuncia, perchè nulla di nuovo può essere detto da creatura umana"
- Joseph Conrad -
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