Ieri sono andato alla sala Espace di Via Mantova, 38, ad assistere allo spettacolo teatrale “Un silenzio mai visto – Storie dalla sclerosi multipla”, una delicata rappresentazione studiata con senso d'ironia e schiettezza.
Scritto e diretto da Antonello Panero, il racconto gira attorno al personaggio di un uomo (interpretato magistralmente dallo stesso Panero) che affronta una terribile malattia, e i suoi medici, interpretati da Massimo Chionetti e Davide Debertolo.
Si evince sin dalla prima battuta, lo stile e la forma della narrazione, la mentalità dei dottori troppo legata alla scienza e poco incline alle reazioni della natura umana, contrapposta alla semplicità, al sarcasmo e l’ironia del malato, le quali ci proiettano in una sorta di limbo, dove non si capisce bene chi cura, chi guarisce e neppure chi è malato.
“Che differenza c’è tra l’amore e la morte?” “Un apostrofo e una T”
La storia viene inframmezzata da due ballerini, che danzano tra un brano romantico di Bryan Adams e un altro dei Chemicals Brothers, il primo a richiamare il disincanto dei momenti felici e il secondo a citare molto probabilmente le tribolazioni delle cure del sofferente.
Lo “zio” Antonello ci regala un momento dal quale trarre utili riflessioni sui veri valori della vita, l’amicizia, l’amore e lo fa con una serenità talmente incisiva da apparire quasi cinica.
A vincere non sarà mai la malattia, finchè il cuore dell’uomo sarà in grado di andare oltre.
A concludere questa recensione, non è mia intenzione esprimere un opinione sullo spettacolo, profondo e toccante già di suo, ma vorrei citare l’autore: “Prima le cose le vedevo, …adesso le guardo!”
Grazie zio
7 commenti:
è difficile aggiungere un commento ad un così bel "scrivere" sul nostro spettacolo!!!!
Da parte mia ho affrontato questo spettacolo con addosso una paura che come attore non avevo ancora provato... paura di non essere all'altezza di Antonello, di non essere un buon attore per questo tipo di performance, ma soprattutto paura di non essere un buon amico e compagno di avventura.
Ma poi ho deciso di fregarmene e di abbandonarmi al silenzio, di provare a guardare antonello ed i miei compagni di avventura senza porre limiti al mio amore per questo lavoro, ma soprattutto al mio amore per loro.
Ho pianto tanto, in silenzio, ma non sono mai stato cosi' fiero del mio lavoro!!!!!!!!!
Ciau sono il ballerino :-)
Innanzitutto mi è piaciuta la tua recensione,anche per le sfumature che hai colto.
Poi ti posso dire che il percorso fatto con i miei amici è stato molto bello ed ho potuto calcare la scena da un punto di vista prettamente fisico, cercando (per quanto possibile dato che non sono un ballerino nel vero senso della parola) di trasmettere con Veronica varie emozioni con il corpo.
Che posso dire...emozionante!
Buona giornata!
Guido
ciao! sono la "ballerina"! innanzitutto grazie per il bellissimo commento allo spettacolo di Antonello!
per me è stata una grande emozione sottolineare ed enfatizzare con il corpo ciò che Antonello diceva con la voce...ciò che si prova sul palco ballando è la creazione di un'intesa, che si sviluppa man mano che la musica va avanti, con il ballerino, il pubblico e le sue vibrazioni, con il palco, con gli altri attori che non sono in scena ma è come se lo fossero...
grazie a tutti!!!!!!!!
Arrivo in ritardo, ma questo fatto mi permette di scrivere per la prima volta a freddo dello spettacolo.
L'esperienza vissuta assieme agli altri compagni di ventura sembra, nel ricordo, surreale, come se fosse solo il sogno della notte scorsa. Ricordo bene le sensazioni, le emozioni, ma ora lo spettacolo nella mia mente è fatto di fotogrammi, di fermi-immagine, di note, di sguardi. Ha perso però un senso di continuità temporale.
Leggere questa recensione, oltretutto così bella, mi permette però di comprendere che questo spettacolo forse c'è stato davvero e che qualcosa di ciò che volevamo trasmettere è stato ricevuto con piacere da altre persone.
Non mi stancherò mai di ringraziarvi.
Carissimo Giles, mancavo solo io all'elenco dei protagonisti (in scena) di quelle sere. Mi aggiungo in fondo, un pò per vanteria e un pò per pudore. Avete parlato del nostro spettacolo come se fosse un incontro di persone che non si conoscevano così bene, e credo che anche per me sia stato così. Adesso siamo tutti un pò più scafati e aspettiamo la prossima occasione di rimetterci in gioco. A pensarci bene, questa è stata la prima volta, teatralmente parlando, in cui ho coinvolto delle persone nella mia storia personale. E lo straordinario è stato che questa storia è diventata un pò anche la loro. Anche per questo è diventata ancora più mia. Come se ci si potesse arricchire solo dividendo. Ai miei compagni di avventura ripeto un grazie sconfinato. Così come al pubblico di quelle due sere che, speriamo, possano ripetersi e cambiare ogni volta rimanendo sempre sé stesse. Come noi, attori e persone. Con passione, sincerità e amore. Bello avervi tutti nel web e nella vita. TUTTI!Anche tu, Giles!!
gnauz popolo del silenzio!
e se anziché farci venire il diabete cercando di raccontare una malinconia che tanto è solo nostra, personale ed intima, provassimo davvero a scrivere un "diario del silenzio"?? io, antonello e davide ci avevamo provato...
Ho appena terminato di leggere il testo. Sono rimasto molto colpito e mi spiace molto di non avere assistito alla rappresentazione teatrale. Sarebbe molto interessante vedere come il testo è stato adattato alle esigenze di scena. Mi pare però di aver recepito che esiste una registrazione dello spettacolo, dico male? Nel caso, mi piacerebbe poterci dare un'occhiata.
Bye,
Paul della logistica
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