Il racconto è stato scritto dal sottoscritto, la domenica di riposo precedente al concerto.
L'ispirazione è nata mentre ascoltavo "Walk on the wild side" di Lou Reed, così mi sono immaginato la storia di questo bluesman, dalla nascita passando per l'infanzia, le disillusioni dell'amore, il tradimento, il viaggio, l'evasione, il ritorno ...arrivando alla conclusione in cui ognuno di noi, può interpretarla a modo suo.
C’era una luce in fondo a quella strada.
Fu in quel preciso istante che si sentì pervaso da un marcato senso di curiosità.
Il coraggio, di certo non gli mancava.
Dopo alcuni passi, ebbe come la sensazione che quello che avrebbe visto e sentito da lì a poco, sarebbe stato importante.
“Cos’è questo suono?”, chiese il viandante all’uomo in piedi davanti alla porta.
“Questa è la vita”, rispose.
Il suono che udì in quel momento, lo rapì a tal punto da fargli dimenticare il razional pensiero, e lo spinse a conoscere una nuova alba, un nuovo giorno, una nuova vita.
Nessuna forza al mondo avrebbe potuto fermarlo, così facendo s’incamminò e con ardimento si fece largo lungo una nuova strada, …nel lato selvaggio.
Ricordo perfettamente, quando la musica lo rese un uomo libero.
Quando era triste, soleva chiudersi in se stesso, con i suoi mille pensieri, a fantasticare di viaggiare nel vento.
Quel giorno, sua madre lo cullò accanto a se e gli raccontò la storia di quell’uomo che suonava il jazz in Remington Street.
Sebbene non conoscesse il significato intrinseco di quell’insolita musica, seppe comunque coglierne lo spirito, l’essenza primordiale.
Quell’improvvisazione di note, apparentemente buttate a casaccio su un pianoforte, lo portò ad immaginare di avere due piccole ali, …pur non avendo mai, …imparato a volare.
Lui amava lei, lei non amava il blues, …e questo, era un dato di fatto.
Accettò le sue critiche così come si può accettare un cuore spezzato.
Il cuore del “Bluesman” è delicato, sottile come le corde di una chitarra, non è freddo come molti potrebbero pensare, anzi, è pieno di sentimenti, di emozioni calde capaci di scaldare anche l’animo più impenetrabile.
Cercò in tutti i modi umanamente conosciuti di farle capire quanto lei fosse importante per lui.
Nonostante tutto, lei continuò ad ignorarlo, …ma volle lo stesso dedicarle una canzone, al puro scopo di poterle confessare che lei era l’unica ragazza in grado di farlo sorridere, …anche quando la luce della luna non splendeva in cielo.
Si possono dire svariate cose sull’amore, ma non basterebbe un’enciclopedia per spiegare le piccole differenze e le sfumature di grigio che ci ruotano attorno.
Ognuno di noi lo vive in modo dissimile, arrogantemente aggrappati a quella scintilla di viva passione.
Lui non si era mai lasciato andare, perché aveva troppo timore di fare la fine di Icaro, finchè un giorno conobbe una ragazza dalla smaliziata bellezza.
La passione li travolse come un treno in corsa.
Sentì il fuoco sciogliere il suo disincanto e l’illusione trasformarsi in una nuova poesia.
Non ebbe parole.
Il suo grande amore lo aveva tradito.
L’odore del suo profumo inebriava ancora la stanza, mentre una bottiglia di scotch, reclamava a gran voce la sua vendetta.
Erano le due di notte e lo scroscio della pioggia che cadeva nel vicolo dietro al suo lurido appartamento, aveva un inconfondibile sound.
Si sedette al pianoforte ed incominciò a strimpellare qualcosa, apparentemente senza senso e direzione.
Per un attimo, gli sembrò di non avere la lucidità in grado di fargli distinguere la realtà dal sogno.
L’incubo era appena iniziato, il delitto era stato servito.
Un viaggio lungo un mese, …questo gli consigliai.
Nessuna medicina al mondo sarebbe riuscita a guarire i suoi mali.
Decise di partire di notte, …già, la notte, …lui l’adorava, …il suo modo di essere severa e dotata di animo semplice al tempo stesso.
Gli avevano ucciso un sogno e lui era prontamente intenzionato a riprenderselo.
Prima di andare suonò fine a perdersi, affinché quegli accordi echeggiassero in tutta la città.
Mi parve di intravedere una lacrima sul suo volto, ma un vero “Bluesman” non piange mai con gli occhi, lo fa con la musica.
Un giorno d’inverno, tornò in città.
La sua barba incolta era stata testimone di incredibili avventure attraverso i peggiori locali del Midwest.
“La musica è quella cosa che quando non c’è, …si sente”, mi disse appena lo scorsi, tra le luci soffuse intrise di fumo del Moon Club.
Quale leggiadria notai nelle sue parole imbevute di fine saggezza.
L’amore lo aveva annichilito, ma l’amore lo aveva fatto rinascere, …nel suo viaggio, si rese conto che l’unico antidoto in grado di sconfiggere il male che si celava dentro di lui, paradossalmente era il male stesso.
Le sue dita incominciarono a sfiorare quelle corde di seta, e la notte, la sua compagna, la sua musa gli diede una mano a ricominciare, …laddove un tempo si ascoltava …musica.
Ti prego, fai ritorno nel mio mondo, le emozioni stanno rotolando giù per questa montagna, dimmi cosa hai in mente di fare, ma soprattutto spiegami, attraverso le tue fredde mani, mentre scrivono una dolce canzone, le ragioni per cui ti sto perdendo.
Come diceva il grande Charlie Parker: “La musica è fatta delle tue esperienze, dei tuoi pensieri, della tua saggezza, …se non la vivi non uscirà mai dal tuo strumento”.
E’ stato un immenso piacere fare la tua conoscenza.
Firmato: Il tempo.
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